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- Intervista rilasciata a ADISTA n. 85 del 30/11/2002
Cronache di un matrimonio riuscito un nuovo libro di Antonio Thellung
Dopo le documentate obiezioni ai vecchi trattati di teologia morale de matrimonio ("La morale coniugale scompaginata", Cittadella Editrice) e alle ambiguità del messaggio cristiano nei vangeli e nelle liturgie cattoliche ("Un po' meno della verità", Borla Edizioni), e dopo "l'affettuoso e creativo dissenso" verso la Chiesa ("Con la Chiesa, oltre la Chiesa", Cittadella Editrice), Antonio Thellung si presenta oggi con una spumeggiante storia d'amore: Il sapore dell'amore compiuto, Gribaudi editore, euro 12,50.
Thellung, dopo i tuoi saggi sulla morale, la Chiesa, i vangeli ti presenti con la storia di un "amore compiuto". Quale amore racconti?
Certo, di romanzi d'amore ve ne sono pure troppi. Abbondano racconti di grandi amori trasgressivi, oppure di intrecci perversi che trasformano in tragedia l'attrattiva d'un momento. È invece raro sentir parlare di amori stabili e socialmente validi, ma che siano anche densi di emozioni, soddisfacenti per chi li vive e stimolanti per chi ne viene a contatto. Chiunque viva esperienze positive avverte la necessità di comunicarne il senso. Andate e annunciate credo che per ciascuno significhi, in concreto, raccontare le esperienze positive della propria vita. E dato che insieme a mia moglie, dopo 50 anni di matrimonio, stiamo vivendo una nuova primavera...
Ma allora è la tua storia d'amore che racconti?
No, non è un'autobiografia, è un romanzo, perché gli eventi descritti sono frutto d'immaginazione e fantasia, e i personaggi inventati. I significati però esprimono realtà vissute, da me, o anche mutuate da esperienze altrui. In senso simbolico, quindi, può essere considerato un'autobiografia, perché le difficoltà d'intendersi, la tenacia di continuare a combattere, lo stupore di raggiungere contemporaneamente equilibrio coniugale e conversione a un più concreto impegno di fede, sono per me esperienze vissute, mentre il protrarsi anche nella vecchiaia d'un amore vivace e appassionato è tuttora presente. Il Cantico dei Cantici insegna che erotismo e spiritualità si fondono insieme. Mi sentirei di confermarlo, aggiungendo che la sorpresa più grande è accorgersi che l'amore col passare degli anni non si stanca ma continua a rinnovarsi, che il matrimonio è come il vino buono, di quello che invecchiando migliora.
Ma può realmente mantenersi viva, la sessualità, anche dopo 50 anni di matrimonio?
Per quanto riguarda la mia esperienza personale non posso che rispondere affermativamente, forse perché, con mia moglie, siamo maturati e invecchiati insieme. Ci sono tante altre componenti, comunque: oltre a essere impegnati in molte attività, talora stancanti, ci piace viaggiare, osservare bellezze naturali e opere d'arte. E poi stiamo bene insieme, anche senza far nulla. Sovente ci prendiamo in giro fino a ridere come bambini. Proprio per questo credo che l'erotismo sia ancora così vivo e importante. Ormai siamo vecchi e il fisico risponde con un po' meno facilità di una volta, eppure potrei dire che non ci sono significative differenze di qualità rispetto a quando eravamo giovani. Forse perché siamo più innamorati adesso di un tempo.
Trovi che la cultura legalistica della Chiesa cattolica in fatto di sessualità coniugale si stia ammorbidendo?
Ci sono molte aperture, ma l'atavica avversione al sesso è ancora troppo presente per consentire un autentico salto di qualità. Non dimentichiamo che fino a ieri i manuali dicevano ad esempio che il piacere sessuale è "vergognoso, disordinato e contrario alla legge di Dio". Sono condizionamenti che in qualche modo permangono ancora nell'atmosfera: non è facile liberarsene. Ma oggi gli sposi non sentono più il bisogno di confessare quel che si fa in camera da letto, e la maggior parte dei confessori non fanno più indagini in proposito. Col passare del tempo la morale coniugale la faranno sempre più gli sposi, che possono verificarne i frutti nella vita vissuta, e sempre meno i teologi moralisti, che non possono "mettere alla prova" le loro ispirazioni, come raccomanda San Giovanni (1Gv 4,1). Secondo me l'autorità ecclesiastica, che si rammarica giustamente di tanti eccessi e deviazioni, non ha ancora capito che il rimedio più efficace, in particolare per l'adulterio, è la ricerca di una sessualità piena e soddisfacente all'interno del matrimonio, luogo naturale dell'amore. I documenti ecclesiastici mettono giustamente in guardia dalla concupiscenza, ma sovente finiscono per assimilarla e confonderla col desiderio, che dovrebbe invece essere indicato come elemento vitale della spiritualità coniugale, secondo gli insegnamenti del Cantico dei Cantici. La mancanza di desiderio è quel che più incide sul deterioramento dei rapporti fra coniugi.
Qual è la trama del romanzo?
È la storia di due persone sposate da quasi cinquant'anni. Un viaggio per nave attraverso l'oceano diventa occasione per unire il presente al passato, attraverso numerosi flash back dai quali traspare un rapporto tenacemente costruito giorno dopo giorno, al di là delle numerose tentazioni di lasciar perdere. La tranquilla e possente distesa marina, l'ozio riposante della vita di bordo, il frequente richiamo a bellezze artistiche e naturali, sono tutti elementi che fanno da contrappunto a uno stato d'animo continuamente pungolato da angoscianti interrogativi esistenziali: in un mondo intriso da tante sofferenze, si può vivere tranquillamente la propria felicità? E come riuscire a trasmettere esperienze positive, quando è il negativo a porsi così facilmente in primo piano? Alla fine le affascinanti bellezze del Brasile svelano l'inizio di una nuova primavera.
C'è un nesso tra i tuoi precedenti libri, che mirano a sollevare problematiche di rinnovamento, e questo romanzo?
Certe cose non si possono esprimere in un saggio. Dire che il matrimonio può essere bello suona come discorso astratto, mentre un racconto può stimolare il lettore a interrogarsi. E credo possa anche sottolineare efficacemente che non dipende dal caso, ma dal perseverante impegno quotidiano a renderlo un ambiente intriso di humus, capace di far sbocciare fiori e maturare frutti. Una possibilità concreta, anche se abitualmente frustrata e sprecata da pregiudizi, impreparazione, mancanza di fiducia, scarsa voglia di combattere. Eppure i risultati possibili ripagherebbero da qualsiasi fatica: che cosa di meglio di un matrimonio riuscito? Uno dei drammi psicologici più frequenti è il senso di solitudine, e nulla più di un rapporto coniugale coinvolto è in grado di superarla, non solo attraverso comunicazioni verbali ma anche fisiche.
Una trama così particolare, però, non può indicare un messaggio per tutti.
Certamente no, anzi, il racconto può anche suonare crudele a chi non è riuscito ad avere un matrimonio sufficientemente felice, per qualsiasi motivo. Ma la cosa più importante, di fronte alle dilaganti crisi, è dire in modo significativo a chi sta iniziando il suo cammino matrimoniale, e anche a tutti quei coniugi che sono ancora in tempo a costruire, che il matrimonio può essere bello, affascinante, pienamente soddisfacente: provare per credere. Da parte mia, con Il sapore dell'amore compiuto ho tentato di fare la mia parte. Ora la mia speranza è che venga sostenuto e fatto circolare da tutti coloro che hanno a cuore il matrimonio e la famiglia, magari utilizzandolo come regalo per fidanzati e non solo.
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