RACCONTINO NATALIZIO
Prima del tempo c'era solo Dio, perfettissimo (in che senso?), incommensurabilmente bello (rispetto a che cosa?), infinitamente buono (con chi?), sottilmente preoccupato (come faccio a sapere che sono proprio Dio, se null'altro esiste?). Per questo motivo inventò il mondo, per consentire l'esistenza di esseri viventi diversi da lui, che essendo costretti nei limiti finiscono per combinarne di tutti i colori. Così Dio non è più preoccupato, perché l'esistenza del non divino gli rende concreta l'esperienza di essere proprio Dio.
Ma la sua inseparabile amica Speranza si chiese: come potrei abbandonare tanti poveri sventurati alle loro insensatezze? E per offrire a chi vuole una via di salvezza dai limiti e dalle contraddizioni della vita umana, scese sulla terra e continua a rinascere ogni anno, per mantenersi giovane e vivace, in modo da vincere la tentazione di lasciarsi scoraggiare.
Buon Natale a tutti, ma proprio tutti tutti tutti
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Quando vengo a conoscenza di qualcosa che mi fa soffrire, capisco che prima non soffrivo per semplice ignoranza. E allora mi domando quale senso abbia essere tanto tranquilli prima e tanto turbati dopo.
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Se immagino che al mondo ci sia una quantità fissa di sofferenza, quando soffro penso che contemporaneamente qualcun altro soffre un po' meno. E allora sopportare la sofferenza mi diventa più facile.
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Dalla vita ho imparato moltissimo. Se ho insegnato qualcosa, non saprei. Ho l'impressione di aver ricevuto molto di più di quanto ho dato. Comunque non sono un leader.
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La memoria si sfilaccia nel tempo, con la vecchiaia. Sempre più dimentico i miei pensieri, i miei ricordi. D'altronde che cosa pretendo? È fisiologico: la vecchiaia….
Talvolta mi mancano le parole, soprattutto quelle che non uso abitualmente. Stamattina volevo chiedere al giardiniere di aprire il tombino del serbatoio del gasolio e non mi veniva la parola tombino. Quando poi finalmente è giunta mi sono sorpreso a sorridere: m'è sembrato un'allusione alla tomba, che inesorabilmente s'avvicina.
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Difetti ne ho molti, ma potrei vantarmi di essere perfetto nel mangiare. Mi piace gustarmi del buon cibo in una mensa comoda e accogliente, ma mi capita spesso di mangiare in modo approssimativo, fuori orario, di corsa, in piedi, talvolta cose scadenti, e in fondo mi sento altrettanto soddisfatto o quasi.
Una perfezione che serve a mettere in evidenza la mediocrità di molti altri aspetti del mio modo di essere.